L’ISLAM E IL MONDO DEGLI AFFARI

Martedì 22 aprile 2008

02/04/2008

L’impatto che la cultura islamica sta determinando sullo scenario globale ridisegna mappe geografiche e d’influenza, sottolineando la necessità di rivedere teorie e punti di vista.
In che modo i principi fondamentali dell’Islam influenzano la concezione dell’economia e della vita degli affari? Come funzionano le aziende in ambienti che, come quello islamico, esercitano vincoli? Perché le idee, le pratiche e le soluzioni proposte da manager che non tengono conto delle specificità e delle ideologie non possono funzionare?
Lontano dai luoghi comuni e da una visione semplificatrice del mondo, in questo workshop affronteremo aspetti ancora poco conosciuti, i comportamenti che la religione e la cultura musulmane possono indurre nel mondo del business.
Obiettivo è fornire ad aziende, investitori, uomini d’affari e studiosi gli strumenti necessari per la comprensione dei fondamenti dell’economia islamica e del ruolo dell’Islam nella nuova economia globale.
La finanza islamica moderna nel mondo ha ormai compiuto più di quarant’anni e ha raggiunto traguardi molto importanti: si contano circa 300 istituti di credito islamici, per un attivo di quasi 500 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuo del 15%. Un miliardo e 200 milioni sono i risparmiatori potenziali, 150 milioni i musulmani nei Paesi occidentali, 300 mila milionari dei Paesi del Golfo con una capacità d’investimento di 1.500 miliardi di dollari.
In Italia ci sono circa 900 mila musulmani con 60/70 mila imprese avviate da cittadini dei paesi arabi che dal sistema del credito chiedono anche innovazione e non solo la mera offerta di qualche prodotto finanziario.
L’Islamic Banking è il cuore della finanza islamica, la chiave per capire il connubio tra Affari e Religione. Il Corano

vieta di prestare denaro ad usura. L’interesse (o usura, riba, letteralmente è l’aumento) è proibito, perché certezza di guadagno temporale, che non può esservi. La banca fa operazioni di vendita, acquista un bene per un cliente e lo rivende ad un prezzo maggiorato. L’utile sta qui. La finanza islamica non tratta in denaro, ma in rapporti, collaborazioni, triangolazioni. Non presta. Partecipa. La conseguenza, ad esempio per una banca, è che non può esserci guadagno senza compartecipazione al rischio, come avviene comprando azioni di una società.

PROGRAMMA

Benvenuto e presentazione dell’evento
Marella Caramazza
(Direttore Generale Fondazione ISTUD)

Relatori - Panel discussion

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Hatem Abou Said
(Board Director EIIB European Islamic Investment Bank, Plc London)

Silvano Bettini
(Direttore Generale Rosss S.p.a.)

Carlo Calende
(Direttore Attività Internazionali di Confindustria)

Giuseppe Cuccurese
(Direttore Rete Estera, Divisione Corporate & Investment Banking, Intesa Sanpaolo)

Giancarlo Lanna
(Presidente SIMEST S.p.a.)

Stefano Masullo
(Direttore editoriale Shirkah Finance)

Rosario Carlo Noto La Diega
(Presidente AMA International)

Domenico Santececca
(Responsabile Area Corporate ABI, Associazione Bancaria Italiana)

Ilex Scarpellini
(Presidente Scarpellini a.s.v. Srl)
Chairman
Maurizio Guandalini
Economista, Fondazione ISTUD Coordinano

Alberto Melgrati
Docente Fondazione ISTUD

Claudio Antonelli
Giornalista LiberoMercato

LA PARTECIPAZIONE ALL’EVENTO È GRATUITA

Per maggiori informazioni:
Comunicazione e Marketing
Fondazione ISTUD
Corso Umberto I, 71 - 28838 Stresa (VB)
Tel. 0323.933.801
Fax 0323.933.805
E-mail: info@istud.it

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