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Micro, piccole e medie imprese
Micro, piccole e medie imprese
i nuovi parametri UE in vigore dal 1-1-2005
13/05/2003
La nostra associazione, Federexport, ci ha informato che l'8 maggio la Commissione europea ha adottato una nuova definizione per le piccole e medie imprese (PMI).
La nuova definizione conferma le soglie relative al numero di dipendenti stabilite nella raccomandazione CE 280 del 1996 (contenente la definizione di PMI attualmente utilizzata nell'ambito del diritto comunitario), ma stabilisce un considerevole aumento del massimale finanziario (fatturato o volume totale del bilancio), al fine di tener conto dell'inflazione e degli incrementi di produttività verificatisi dopo il 1996. I nuovi parametri prevedono:
*Per le imprese di media dimensione: numero di dipendenti inferiore a 250; fatturato inferiore a 50 milioni di Euro (nel 1996 era di 40 milioni) o totale di bilancio inferiore a 43 milioni di Euro (nel 1996 era di 27 milioni).
*Per le imprese di piccola dimensione: numero di dipendenti inferiore a 50; fatturato inferiore a 10 milioni di Euro (nel 1996 era di 7 milioni) o totale di bilancio inferiore a 10 milioni di Euro (nel 1996 era di 5 milioni).
*Per le micro-imprese: numero di dipendenti inferiore a 10; fatturato o totale di bilancio inferiore a 2 milioni di Euro (nel 1996 non era definito). Secondo la Commissione europea, le principali finalità della revisione sono le seguenti.
Ridurre gli oneri amministrativi ed accelerare le procedure. Al fine di ridurre gli oneri amministrativi per le imprese ed accelerare le procedure, viene proposto un modello di autocertificazione volontaria per le imprese: un formulario unico sostituirà i vari formulari attualmente in uso per le diverse finalità amministrative.
Promuovere l'imprenditoria e le microimprese. Per la prima volta la definizione rivista contempla soglie finanziarie precise per le microimprese, il che dovrebbe contribuire ad agevolare i programmi di sostegno delle autorità regionali e nazionali per questa categoria d'imprese.
Promuovere la crescita. Il considerevole aumento dei massimali finanziari, che tiene conto degli incrementi di prezzi e produttività verificatisi dopo il 1996, dovrebbe non tanto determinare un aumento del numero di PMI, quanto favorire le imprese che investono. Agevolare l'accesso ai capitali di rischio. La revisione dovrebbe agevolare il finanziamento sotto forma di partecipazione al capitale per le PMI accordando un trattamento favorevole ai fondi regionali, alle società che si occupano di capitali di rischio ed ai business angels.
Promuovere gli investimenti nell'innovazione e nelle attività di ricerca. Analoghe esenzioni sono introdotte anche per gli investimenti nelle attività imprenditoriali compiuti da università ed istituti di ricerca, allo scopo di promuovere gli investimenti nelle attività di ricerca e nell'innovazione.
Promuovere i raggruppamenti d'imprese e consolidare la certezza del diritto. La nuova definizione tende a favorire i raggruppamenti di PMI indipendenti introducendo una differenziazione tra imprese autonome, associate e collegate ed un metodo per calcolare il personale e le soglie finanziarie, volto a fornire un quadro più realistico della forza economica delle imprese ed a limitare al tempo stesso il numero di livelli di collegamento tra imprese di cui occorre tener conto. Impedire i fenomeni di aggiramento delle regole. Il fatto di allineare il concetto d'imprese "collegate" alla direttiva sui bilanci consolidati dovrebbe rendere più difficile aggirare la definizione. Sotto questo profilo la nuova definizione tiene conto delle esperienze raccolte in tema di controllo degli aiuti di stato.
Promuovere la formazione professionale e l'equilibrio tra attività lavorative e vita privata. Con riferimento alle soglie riguardanti il numero dei dipendenti, la nuova definizione esclude dal computo del personale gli apprendisti e gli studenti che ricevono una formazione professionale, così da favorire le imprese che forniscono tale formazione.
Analogamente sono esclusi dal computo i periodi di congedo parentale o di maternità, così da non penalizzare le imprese che promuovono l'equilibrio tra vita privata e attività lavorativa.
Per consentire una transizione senza ostacoli a livello d'Unione e a livello nazionale la nuova definizione verrà utilizzata a partire dall'1 gennaio 2005.
Per il testo della definizione di PMI ed ulteriori informazioni sul processo di revisione si rinvia al seguente indirizzo Internet:
http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/sme_definition/index_en.htm
Con i migliori saluti. A. Dotti
(direttore)
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